– Spazio Domanda&Risposta –
Mi scrive Marco da Firenze:
Sono qui a richiedere un parere tecnico su come l’uomo possa memorizzare bene in testa piu’ figure possibili, a parte logicamente il farle nella pratica piu’ possibile. Imparare a farle senza pensarci molto. Grazie
RISPOSTA:
PRIMA FASE
Ciao Marco, il metodo che utilizzo io con i miei allievi è di creare prima degli automatismi, con piccole sequenze di poche poche figure. E farlo in continuazione, più volte possibile, durante l’ora di lezione.
In questa fase non serve che queste sequenze si ricordino, finita la sessione di allenamento ci si può dimenticare. Poi si riprende la volta dopo, ripassando quanto fatto la volta prima e facendo ancora qualcos’altro; quindi servirà un foglio d’appunti da seguire.
Questo crea in chi sta imparando degli automatismi, dei meccanismi semi-automatici, movimenti che vengono spontanei.
SECONDA FASE
Creati gli automatismi si può passare al rodaggio delle figure. Ognuno ha le proprie figure che vengono meglio delle altre; si vede quello che è rimasto dell’allenamento fatto. Questo sarà anche quello che viene più naturale, quindi quello che sarà più facile memorizzare. Poi sarà sufficiente ricordarsi l’inizio, solo l’inizio delle varie combinazioni. Il resto dovrebbe venire naturale.
CONSIGLI:
– Sequenze di massimo 4 battute musicali (quindi 2-3 figure)
– Sequenze che si possano concatenare tra di loro (quindi una può essere il finale dell’altra)
– GRADUALE; inutile fare qualcosa di troppo difficile, che viene troppo meccanico; usare quanto già si sa e fare figure che solo leggermente si discostano da quanto già si conosce, a meno che non si tratti appena di imparare le figure di base. Quindi se una sequenza viene troppo difficile da imparare, vuol dire che ancora non si è pronti per quelle combinazioni e bisogna passare prima per qualcosa di più semplice.
– Più semplici sono meglio è, sia per l’uomo, che per la donna che viene guidata; la donna adora le cose semplici.
– Se una volta rodata in pista la sequenza si interrompe in un certo punto e non ci si dimentica sempre come proseguire, significa che quella sequenza era troppo lunga o che il proseguo era troppo complicato. Scartare semplicemente il proseguo e trovare un modo semplice per concludere la sequenza.
Spero queste dritte possano essere utili a tutti i ballerini maschi 🙂
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Buonasera Andrea, sto seguendo con interesse i tuoi articoli sul ballo. Condivido in toto le tue riflessioni sul ballo sociale e la necessità di “rileggere” in modo diverso le dinamiche di insegnamento del ballo di cui sopra. Una curiosità personale: sei un insegnante di educazione fisica? Te lo chiedo perchè ti muovi nella materia con una visione particolarmente professionale.
Continuerò a leggerti con grande piacere, è stato piacevole scoprirti.
Buona prosecuzione di lavoro.
Tullio Trini
Ciao Tullio,
ti ringrazio e sono molto felice che stai seguendo il materiale pubblicato e che condividi la visione sul ballo sociale.
In realtà no, non sono un insegnante di educazione fisica ma è vero che ho fatto vari percorsi di formazione inerenti all’argomento, a partire dalla formazione per diventare maestro di ballo. Inoltre ho sorella e cognato che non solo sono insegnanti di educazione fisica ma sono anche dei pezzi grossi in quest’ambito, il cognato soprattutto, quindi può benissimo essere che molti spunti e informazioni siano trapelati da quella fonte.
Purtroppo al momento non sto scrivendo molto in quella sezione del blog, anche perché bene o male non c’è più molto da dire oltre a quanto ho già scritto. Tutto il resto è tanta pratica e allenamento; anche allenamento fisico, estremamente importante per raggiungere livelli un pochino più alti, anche nel ballo sociale.
Colgo l’occasione per augurarti buone feste e un buonissimo 2019! Ciao. Andrea
Ciao Andrea
ringrazio e ricambio di cuore gli Auguri, che mi permetto di estendere anche a tutti i tuoi cari.
Relativamente al “non c’è più molto da dire” stai tranquillo, anche nel 1977 si pensava così e poi ancora dopo nel 1999, eppure ci sono ancora e ci saranno sempre (per fortuna, io dico) persone come te che si mettono sul cammino della ricerca.
Buona vita
Tullio
Hai ragione Tullio, e ti ringrazio per includermi fra le persone che ricercano una evoluzione. 🙂 Allora prometto che non smetterò mai di ricercare, di studiare, di sperimentare, di ragionare. Sempre ad occhi aperti, sempre a cuore aperto e mente lucida! Grazie Tullio, buona vita anche a te.