Prima di iniziare rispondo ad una domanda che spesso mi vien posta:
LE UOVA ESCONO DAL SEDERE DELLA GALLINA?
Sì, affermativo, le uova escono dal sedere della gallina, o più precisamente dalla cloaca.
La cloaca è un’apertura che costituisce un unico canale in cui affluiscono le terminazioni dell’intestino posteriore, dell’apparato genitale e urinario della gallina; le uova escono da lì, assieme a tutto il resto (urina e feci).
Ma vediamone un’altra, domanda a cui ho dedicato l’intero articolo:
Ma allora le uova delle galline di allevamenti caserecci, accudite con cura e amore, sono etiche, e non inducono sofferenza all’animale?
Tanto le galline le uova le fanno lo stesso.
A quanto pare no, nemmeno il caso dell’allevamento casereccio di galline ovaiole è etico; tutt’altro ed è del tutto innaturale. Ora spiego perché.
GALLINA: UN VOLATILE A PARTE?
Si parte dal principio che abbiamo una considerazione sbagliata della gallina, perché la consideriamo un qualcosa a sé stante da tutti gli altri volatili. In realtà non è così.
In natura la femmina del pollo rosso della giungla, l’antenato selvatico del pollo domestico, non depone più di 25 uova durante tutto l’arco dell’anno.
Le depone solo in alcuni determinati periodi (allo stesso modo in cui gli altri animali vanno in calore) ed esattamente come gli altri volatili non si sogna di deporre uova non fecondate. La deposizione infatti, nelle galline ovaiole attuali viene stimolata da determinate condizioni ricreate artificialmente: disponibilità di cibo, temperatura e luce, presenza di un nido.
PERCHE’ LA GALLINA FA L’UOVO?
Ma torniamo all’antenato selvatico della gallina ovaiola: la femmina dunque ne depone al massimo 25, e sempre a scopo riproduttivo; non si sognerebbe di deporre uova quando ne ha già deposte altre in un periodo subito precedente; i piccoli devono avere la stessa età in parole povere.
SELEZIONE DELLE IPER-PRODUTTRICI
E’ successo dunque con l’industrializzazione che si siano selezionati esemplari di galline particolarmente “produttive”, fino ad arrivare ad ottenere una specie selezionata che ne producesse fino a 100 in tutto l’anno, ma naturalmente gli allevatori non erano ancora soddisfatti. Nei moderni allevamenti le galline depongono in media 300 uova all’anno, più di 10 volte la quantità di uova deposta dai loro progenitori selvatici.
Questa produttività è stata ottenuta per mezzo di ulteriore selezione che rende le moderne galline degli esseri in preda a “gravidanze isteriche” quotidiano e anche per mezzo di particolari condizioni in cui queste bestiole sono costrette a vivere; continuamente stimolate alla deposizione tramite luce artificiale, nutrite con mangimi specifici, determinate temperature, e…..
UOVA SU UOVA SU UOVA..
Come detto prima un volatile non si sognerebbe di deporre uova su uova; in natura depone uova e poi comincia la covata. E allora perché queste galline, seppur selezionate e dopate sfornano continuamente uova? Perché le uova le vengono continuamente sottratte!
UOVA PREDATE IN NATURA
In natura le uova è normale che vengano predate e ovviamente gli animali si sono evoluti per sopravvivere anche a questa condizione, deponendo altre uova nel caso quelle precedenti siano state sottratte (predate, agli occhi del loro istinto).
Ed è abbastanza logico.. un passero cova delle uova, passa una volpe che se le mangia, il passero farà un’altra covata. L’istinto riproduttivo è forte in loro così come in noi.
UOVA SOTTRATTE IN CATTIVITA’
La sottrazione continua delle uova potrebbe provocare un forte stress nella gallina, un doppio stress:
- emotivo perché per la gallina la perdita delle uova è un trauma (è praticamente sapere che i propri cuccioli sono stati mangiati)
- fisico perché farà un’altra covata e la cosa non è indolore per la gallina
Sì, sembrerebbe che la per la gallina sia una cosa impegnativa e dolorosa; in più la formazione dell’uovo richiede la produzione di un sacco di sostanze che ovviamente la gallina sottrae a sé stessa, la più gravosa: il calcio, che viene preso dalle ossa. E questo le porta a soffrire di osteoporosi e espone loro a rischio di fratture.
ALLEVAMENTI CASERECCI.. NON ETICI COMUNQUE
Quindi anche gli allevamenti caserecci sono tutt’altro che etici. Le galline in natura fanno le covate sopra gli alberi, in presenza di un nido, di cibo, quindi per forza di cose del maschio. E lo fanno solo in presenza di luce diurna e calore. Fattori che anche in un allevamento casereccio vengono riprodotti in parte artificialmente (seppur in buona fede per chi le alleva); e per loro sfornare tutte queste uova non è una passeggiata, presumibilmente, è uno stress emotivo, fisico e a quanto pare è del tutto innaturale.
PROVENIENZA DELLE GALLINE CASERECCE
Inoltre anche le galline allevate a casa da qualche parte comunque devono arrivare e arrivano in genere da allevamenti in cui vengono comunque allevate in modo specifico, quindi selezionate da covate in cui probabilmente la maggior parte dei maschi vengono uccisi fin da subito.
ALLEVAMENTI INTENSIVI
A questo punto risulta perfino superfluo parlare di allevamenti intensivi, in cui le galline vengono ammassate in piccoli spazi, al chiuso, in condizioni disumane e a cui viene accelerato il processo di deposizioni, per renderle ulteriormente produttive anche accendendo e spegnendo più volte al giorno l’illuminazione artificiale (in modo che il loro sistema biologico creda che siano passate più giornate e l’animale venga quindi indotto a deporre più uova in un solo giorno).
Ma io compro solo galline da allevamenti a terra!
Sì? Allora un paio di considerazioni:
- Che le galline siano a terra non esclude che siano a terra, ammassate in piccoli spazi, confinate dentro un capannone industriale.
- Se anche trovaste delle galline allevate in modo veramente umano e compraste le uova dal proprietario, bene, ma considerate tutti gli altri cibi che mangiate, che hanno come ingrediente l’uovo… come pensate siano state allevate quelle galline? Sugli ingredienti dei prodotti commerciali si risparmia sempre.
- Come visto sopra, anche le galline degli allevamenti caserecci non vivono in uno stato naturale; hanno continue “gravidanze isteriche”, frutto della creazione di una specie iper-produttiva operata dall’uomo, sono macchine da produzione isteriche, il loro acquisto ha comportato la triturazione di egual numero di maschi e sarebbe anche l’ora di finirla di portare avanti questa sotto-specie innaturale, che condanna un essere vivente che in natura deporrebbe le due covate all’anno ad essere una macchina da produzione per sfamare gli umani che non riescono a cambiare le proprie abitudini.
- Consumando uova di qualsiasi tipo, contribuisci a portare avanti la tradizione che vede le uova come alimento necessario in ricetta e perfino elogiato per le qualità nutrizionali (argomento non trattato in questa pagina, ma ricordo solo che le proteine animali sono tutt’altro che salutari).
ULTERIORE MOTIVO
E poi se i motivi etici per gli animali non dovessero bastare, c’è un’ulteriore motivazione per non mangiare più uova…
“Se le uova fossero il ciclo delle donne umane, continuereste a mangiarle?”, bene, se per caso non l’avevate ancora capito, le uova sono il ciclo delle galline e rispetto al ciclo delle donne hanno anche un’aggravante: escono dal culo..
Bon appétit!
ps: se vuoi approfondire e non temi l’anglosassone linguaggio: https://freefromharm.org/animal-products-and-ethics/backyard-eggs/?fbclid=IwAR3deeBbOBiiwCQwVucgRUuBYBBYXy1jSRIf43X9H_Arzuj4E9tZE3Q9mLU
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Articolo potenzialmente interessate ma esposto in maniera assolutamente puerile, più che informare asserisce ripetutamente che è sbagliato mangiare uova e rafforza il concetto in maniera becera nel finale.
E’ giustissimo esporre il proprio pensiero ma è doveroso farlo in maniera opportuna, citare fonti ufficiali che possono essere controllate e limitarsi ad informare ed esporre la situazione piuttosto che giudicare e cadere nella facile risata.
Spero di leggere qualcosa di meglio la prossima volta.
Ciao Marco, mi dispiace non ti piaccia il mio stile di esposizione.
Il mio è un blog personale, non è un sito informativo. Potrebbe benissimo trattarsi della mia opinione personale e la espongo nel mio blog personale, così come fanno molti, magari sul proprio profilo Facebook.
Le fonti, alcune, le trovi nell’articolo che ho linkato alla fine. Altre fonti.. non sono esponibili perché si tratta di esperienze di persone, di veterinari, di attivisti, storie e fatti tramandati oralmente. Sai.. le ricerche “ufficiali”, sono spesso eseguite in modo da riuscire a dimostrare la tesi iniziale, questo me l’ha detto una persona che ne ha fatto parte di quell’ambiente, perlopiù universitario. In più per finire in database come il PubMed, una ricerca dev’essere approvata da una “commissione etica”.. e chi mi dice che l’etica di questa commissione non bocci a priori qualcosa che va contro tutto quello che si è pensato finora?
Allora preferisco conoscere e parlare di persone con i diretti interessati, con chi ha avuto un piccolo allevamento casereccio, con veterinari, con volontari Enpa. Essendo un attivista anti-specista mi ci vuole poco per trovare qualcuno di affidabile con cui parlare.
Ad ogni modo l’articolo è esposto chiaramente in modo semplicistico, colloquiale, informale, si capisce fin da subito che non è un articolo che riporta dati e fonti scientifiche. Allora mi chiedo perché se dovevi concludere con “Spero di leggere qualcosa di meglio la prossima volta” sei andato avanti a leggerlo, sono responsabile io del tempo che hai perso?
Sai, nella rete ci sono 2 tipi di utenti:
1. Quelli che creano contenuti
2. Quelli che non creano nulla
Io perlomeno appartengo alla prima e non sparo sentenze sui contenuti degli altri.
Se vuoi un confronto diretto sull’argomento trattato, ti aspetto, chiamami al 3409382750.
ciao, sono arrivato al tuo articolo tramite l’immagine dell’evoluzione della produzione di uova che è vera, innegabile e ahimè triste. detto ciò però mi permetto di dirti che c’è dell’estremismo in quello che scrivi, perché nel tuo articolo non sono descritte tutte le situazioni possibili ed esistono circostanze in cui allevando galline si può fare solo del bene alla natura, all’ecosistema, al pianeta, alla gallina e all’essere umano.
innanzi tutto se il male esiste universalmente, al male si può porre rimedio individualmente, in attesa che tutto il mondo si risvegli e prima o poi si vietino gli allevamenti intensivi in cui si sfornano 300 uova all’anno/animale e poi si ‘buttano’ via le galline quando non servono più: ad esempio da amante degli animali quale sei, potresti adottare o proporre di adottare delle galline provenienti da allevamenti intensivi, rendendo la loro vita migliore fino alla fine, convertendo così una brutta situazione in un gesto d’amore verso la vita.
esistono purtroppo anche molti allevatori non professionisti che fanno nascere le galline da incubatrice: questa è la pratica che va per la maggiore ed è l’aberrazione che gli esseri umani aborrono per loro stessi, ma fanno poi per gli animali. se invece si ricercano nelle campagne, da qualche vecchio contadino o appassionato, galline autoctone, razze antiche, che abbiano ancora l’istinto della cova, è bellissimo poter lasciare gallo e galline libere nella propria corte e nel campo e lasciare che la natura faccia il suo corso (personalmente tendo ad una situazione del genere).
se vivi in campagna e se miri a criteri di sostenibilità e di autosostentamento cercando di produrre ciò che mangi, la gallina, animale simbolo in permacultura, è una sorta di fulcro dell’economia rurale (leggi economia nella sua accezione greca: ‘regola della casa’).
la gallina smaltisce 40-60% della porzione umida dei rifiuti. nel selezionare l’umido ti accorgi di cosa mangi, della stagionalità, della qualità ecc. e ti costringe a ragionare sul cibo, sulla sua provenienza, sulle colture intensive ecc.
la gallina produce letame da mettere nell’orto. lo ripeto: produce letame nell’orto. esistono situazioni in agricoltura sinergica per cui il letame non è necessario, ma per avviare una terra inaridita dall’abuso dell’agricoltura intensiva il letame può aiutare molto.
l’antica simbiosi uomo/gallina crea serenità nel rapporto tra l’allevatore e l’animale.
per lo stesso ragionamento che tu fai per le galline, dovresti lasciare i cani liberi in natura, affinché tornino a sviluppare il loro istinto di lupi/sciacalli. e invece i cani anche di canile vengono accuditi e amati. proprio come potrebbero essere le galline selvatiche non selezionate o le galline salvate dagli allevamenti intensivi a fine ciclo di produzione industriale.
la moderna ‘pet therapy’ con le galline aiuta moltissimo dal manager stressato di milano, che ha perso di vista gli obiettivi di base della vita per inseguire progressi artefatti e artificiali, al disabile psichico o fisico per i quali esistono progetti molto belli con pollai sociali.
ripeto, sono d’accordo sull’aberrazione , la stupidità e l’atrocità degli allevamenti intensivi (condizioni di vita pessime, schiuse di uova da incubatrice senza chioccia, antibiotici, mangimi ogm, ecc), ma esistono situazioni equilibrate a cui si può tendere, esattamente come recuperare un cane o un gatto abbandonati.
se tendi ad una situazione del genere allora vedrai che l’uovo che le galline fanno non sarà più così demonizzato e lo si potrà mangiare se lasci loro la possibilità di fare almeno una cova o due all’anno. è una simbiosi antica, proprio come quella col cane. consumando le uova delle proprie galline riduci anche la produzione di rifiuti dei contenitori plastici di uova, calcolata in circa 3kg all’anno di plastica/famiglia di 4 persone.
poi ognuno deciderà se mangiare le proprie galline o meno in base ad altri principi etici o salutistici. ma se non si mangiano le galline e poi si compra il tofu fatto con la soia ogm, oppure con la soia proveniente dall’altra parte del mondo, che ha attraversato mezzo mondo, dogane, distributori, commercianti ecc. per arrivare nel tuo piatto, allora il discorso olistico di un bilancio tra sostenibilità spirituale e materiale è pessimo e la gallina e non solo lei, viene uccisa indirettamente, danneggiando l’ecosistema, la terra, portando squilibrio nel regno vegetale ed animale con l’inquinamento di coltivi intensivi, trasporti, filiere industriali. anche se compri la soia bio (dico la soia per dire qualsiasi prodotto vegetale che i vegani ricercano e da quanto vedo personalmente, in molti sono poco attenti alla provenienza) è la stessa cosa: perché bio esiste solo quello che fai tu nel tuo orto in cui non dai nemmeno il verderame (lo so per esperienza diretta nel mondo dell’agricoltura), perché il bio commerciale è un inganno ai danni dei consumatori e del pianeta, che aiuta solo un pochino la coscienza a farci sentire bene e meno distruttori.
se non mangi la tua gallina perché sei vegano e poi ti abbuffi di cereali (di quale provenienza? sono trattati? quali fitofarmaci dannosi per animali e piante hanno utilizzato per produrli? da quale parte del mondo arrivano? rispettano il km 0, l’economia locale, le filiere corte, i piccoli produttori onesti?) e ti abbuffi di zuccheri andando in sovrappeso (ne conosco tanti, tanti, troppi vegani e vegetariani che si ‘ammazzano’ di dolci) e poi hai bisogno di assistenza medica, ospedalizzazione e farmaci di supporto (ipertensione, glicemia, problematiche osteo-articolari ecc.) allora stai ‘rompendo’ e danneggiando l’ecosistema attraverso il ciclo nefasto della medicalizzazione della società e della produzione di vecchie e nuove molecole per supportare i tuoi malanni causati da tue debolezze e tentazioni alimentari.
però non hai mangiato le uova…
credimi, io sono d’accordo col 90% di quello che dici, ma bisogna andare più in profondità. perché non esiste un vegano che conosca che non faccia le cose sopraelencate portando disequilibrio nell’armonia della vita animale e vegetale, anche se di fatto non ha mangiato nessun uovo o nessun animale. disarmonia e distruzione portata al pari di chi se ne frega comprando la carne primo prezzo al discount. ma i primi si sentono la ‘coscienza a posto’ e i secondi sono solo ignoranti che potenzialmente potrebbero essere istruiti.
non è la ricerca di uno scontro, ma un invito ad un confronto per cercare l’equilibrio personale a cui tutti sarebbe bello tendessimo, sbagliando, provando, riprovando, cambiando idea ed aggiustando il tiro di volta in volta, di giorno in giorno, di minuto in minuto.
il tempo è sacro. io ne ho sottratto parecchio per scriverti questo messaggio e te ne sottraggo parecchio nel farlo leggere a te a tutti quelli che lo leggeranno, ma a volte è utile.
un caro saluto
benedetto
Ciao Benedetto, esatto e ti ringrazio per aver investito tanto tempo nello scrivere questo esaustivo commento.
Verrà senz’altro letto, da quel che vedo nelle statistiche, per non so quale motivo, questa pagina viene visitata molto spesso, soprattutto da gente proveniente dai motori di ricerca.
E’ chiaro che la pensiamo in modo diverso, perciò con controbatterò, a mio avviso non sarebbe utile, nessuno dei due credo si schioderebbe dalla propria posizione. Però lascio ovviamente questo commento in modo che possa essere visto dagli altri, per avere anche un punto di vista opposto a quello che ho proposto io. Se dovessi farne anche tu un articolo di blog, inviami il link e lo includerò alla fine del mio articolo.
Grazie ancora per il tuo contributo.
Andrea
Bravissimo, intelligente e non qualunquista. Miglior commento letto sulla rete. Un commento del genere avrebbe dovuto provocare un dibattito pacato, acuto e ulteriormente informativo ma a quanto ho visto si è preferito tagliare subito la corda,forse per paura di controbattere a un ragionamento così lucido. Chapeau a te, Benedetto
In realtà il commento di Benedetto potrebbe essere dibattuto punto per punto e riga per riga in modo logico e razionale.
Non mancano le risorse in internet facilmente accessibili con rapida ricerca su motore di ricerca Google che hanno già esaustivamente spiegato per quale motivo secondo la filosofia di vita Vegan è moralmente ed eticamente inaccettabile sfruttare le “galline felici” del buon contadino.
Buongiorno io conosco vegani che per forza di cosa non mangiano soya o tofu.. si cibano della frutta verdura e cereali che in parte si producono ed in parte acquistano da artigiani locali che lavorano nel rispetto dell’ambiente..
Chiaro che cibarsi delle uova delle proprie galline sia un passo avanti enorme rispetto all’acquisto di uova di allevamento ma potrebbe non essere comunque il migliore.
Vegano è una scelta di vita in simbiosi costante con la propia
Coscienza!
Un saluto
Paolo
Leggo oggi il tuo commento e ti ringrazio molto, dal profondo. Perchè, dietro alle tue parole e al tuo modo di esprimerti, percepisco un essere umano, quello che io chiamo “un Fratello”. Mi sto informando molto sull’alimentazione e tutto ciò che sta “dietro le quinte” e a monte. Hai espresso al meglio un concetto su cui mi sono spesso soffermato, consapevole di non avere tutte le informazioni che invece hai dimostrato essere in tuo possesso. Se non ti dispiace vorrei salvarlo tra i miei appunti e consultarlo ogni volta in cui avrò necessità di ricordare, capire, consapevolizzare meglio qualcosa. Grazie ancora!
Ho preso da poco 4 galline, e mi sto interrogando sulle questioni che hai sollevato, e ti ringrazio. Ancora non sono pronto per passare al vegan 100%, però provo di variare molto e di non eccedere nė sprecare nessun alimento, soprattutto animale. Penso che sarebbe oppurtuno, per chi non è pronto per diventare vegan, di scegliere una via di mezzo, tipo, “predare” qualche uovo, e altri lasciarli covare alla gallina, per evitarle troppo stress, e non arrivare a farle produrre 300 uova all’anno, ma tipo un centinaio o meno, tra l’altro c’è un bellissimo sito https://abundantpermaculture.com/how-to-feed-chickens-without-grain/ in cui insegna a nutrire galline a costo zero, con pascolo e compostiera. Grazie, un caro saluto. Riccardo.
Caro Riccardo, grazie mille per il tuo feedback e la tua testimonianza.
Nonostante il mio essere 100% vegan attuale, devo ammettere che precedente ho passato 3 anni a “predare” le uova 🙂 prendevo quelle di un amico che aveva una campagna. Quindi comprendo appieno ciò che mi dici riguardo alle gradualità.
Intanto sono già felice di averti dato con questo report alcuni spunti di riflessione, si danno sempre troppe cose per scontato.
Bene per le tue galline, bellissima l’idea di lasciar loro qualche uovo e prendere il resto, non ho mai sentito di questa pratica ma potrebbe essere un’innovazione per avere un allevamento un po’ più gallina-friendly 😉
Trattale bene le tue galline e grazie ancora per la testimonianza. Ciao!
Andrea
Ciao. Sono comunque contrario a mangiare le uova. E per due ragioni. La prima che è veramente poco etico continuare nello sfruttamento animale, nel quale l’animale viene inteso come aiutante dell’uomo, quasi come a giustificare una simbiosi, la permacultura, che l’animale non ha cercato e che sicuramente non vuole. La seconda, ma vi siete accorti che le uova sanno di gallina?
Un caro saluto, Paolo
Grande condivido a pieno ogni singolo punto di ciò che hai scritto!!!
Grazie mille del feedback, per me molto importante da parte vostra (vedendo il vostro indirizzo email). Un caloroso saluto! Andrea
Mi è piaciuto tantissimo questo articolo,mangio pochissime uova di mio ma dopo aver avuto questi chiarimenti penso smetterò del tutto! Grazie per le informazioni preziose
Ciao Sara, ti ringrazio. Sono contento che questi spunti ti siano serviti. Mi dispiace non aver messo riferimenti scientifici a tutto ciò che ho scritto, ma a quanto pare non sei tra quelli che hanno usato questo dettaglio come scusa per non mettere in discussione le proprie idee e abitudini.